Ciao a tutti! In questo articolo, vi guiderò nell’ottimizzazione delle vostre growbox, concentrandoci sull’illuminazione, un fattore cruciale per la crescita delle piante. Capiremo insieme termini come PAR, RGB, PPFD, PPF e vedremo come questi valori influenzano direttamente la salute e la produttività delle vostre piante. Infine, metteremo in pratica queste conoscenze per rendere le vostre growbox più accoglienti ed efficienti per i nostri amati peperoncini.
La Luce: La Linfa Vitale delle Piante
La luce è la linfa vitale delle piante in growbox. Ma non tutta la luce è uguale! Spesso, le specifiche tecniche fornite dai produttori di lampade per growbox risultano lacunose e di scarso valore pratico, quando ci va bene troveremo indicato il PAR, PPF e l’efficienza del modulo. Ma per valutare con precisione l’effettiva resa luminosa di una lampada, è necessario misurare parametri chiave come RGB e PPFD.
Cos’è il PAR?
PAR (Radiazione Fotosinteticamente Attiva) è la gamma di luce che le piante utilizzano per la fotosintesi. Immaginate il PAR come gli ingredienti che compongono il cibo e che sono effettivamente utilizzabili dalle piante.
Cos’è il PPFD?
Il PPFD (Densità del Flusso di Fotoni Fotosintetici) indica quanti fotoni PAR raggiungono effettivamente la superficie delle foglie in un dato istante. In pratica, è la “quantità di cibo” che arriva effettivamente sulle foglie delle piante. Più alto è il PPFD, maggiore è la quantità di “cibo” che le piante ricevono.
Cos’è l’RGB?
L’RGB (Rosso, Verde, Blu) rappresenta i tre colori primari della luce, la cui combinazione permette di creare un ampio spettro luminoso.
Applicazione dell’RGB nell’Orticoltura
La luce RGB è essenziale per:
- Ottimizzazione della fotosintesi: La clorofilla assorbe principalmente la luce rossa e blu, essenziali per la fotosintesi. La luce verde, sebbene riflessa, penetra in profondità nella chioma, contribuendo alla fotosintesi tramite dei composti chimici.
- Sviluppo morfologico: La luce blu stimola la crescita vegetativa, favorendo foglie e steli robusti. La luce rossa, oltre alla fotosintesi, influenza l’allungamento degli steli e la fioritura. La luce verde in aggiunta alle altre contribuisce ad una crescita più robusta.
- Spettro completo per una crescita equilibrata: Le lampade a spettro completo replicano la luce solare, fornendo tutte le lunghezze d’onda necessarie per una crescita sana.
Cos’è il PPF?
PPF (Flusso di Fotoni Fotosintetici) misura la quantità totale di luce PAR emessa da una lampada al secondo. Si misura in micromoli al secondo (µmol/s) e rappresenta la “quantità totale di cibo” prodotto dalla lampada.
Cos’è l’Efficienza del Modulo?
L’efficienza del modulo (µmol/J) indica quanta luce PAR produce una lampada per ogni Joule di energia elettrica consumata. Un valore elevato indica una maggiore efficienza e, quindi, un minor consumo energetico.
Il Misuratore PAR: VBR 100 Plus
Il misuratore PAR, come il VBR 100 Plus, è uno strumento indispensabile per ottimizzare l’illuminazione in una growbox. Permette di misurare con precisione il PPFD in diversi punti dell’area di coltivazione, consentendo di:
- Determinare la distanza ottimale tra lampada e piante in ogni fase di crescita evitando sprechi energetici.
- Mappare la distribuzione della luce, identificando zone di sotto o sovraesposizione così da posizionare le piante strategicamente per massimizzare l’assorbimento della luce.
Livelli di PAR per i Peperoncini
I peperoncini richiedono molta luce, specialmente durante la crescita. Si dice che un PPFD di almeno 400 µmol/m²/s è ideale, ma alcuni coltivatori raggiungono i 600 µmol/m²/s. È essenziale monitorare la temperatura, poiché più la luce è intensa e più genera calore. Quindi l’utilizzo di un termometro e di un igrometro per il monitoraggio della temperatura e dell’umidità sono essenziali. Nel caso la temperatura fosse troppo elevata, o l’umidità troppo alta, un buon ventilatore risolverà la maggior parte dei problemi.
Ottimizzazione Pratica della Growbox
Nella mia growbox, ho posizionato la lampada a 25 cm di altezza. Ma come possiamo capire se questa distanza è sufficiente? Per valutarlo, utilizziamo un rilevatore PAR. Esistono delle applicazioni per smartphone che forniscono questi dati semplicemente posizionando il telefono sotto la lampada, ma sono notoriamente imprecise. Pertanto, è indispensabile un sensore specifico come questo.
Ma come facciamo a sapere quanta luce è giusto che ricevano le nostre piante nella growbox? Per saperlo con esattezza dobbiamo capire quanta luce solare arriva alle piante all’esterno e utilizzare questo dato come punto di riferimento. Più ci avvicineremo al PAR e agli RGB che ci fornisce la luce solare e meglio sarà.
Test delle Lampade
Ho condotto un test per determinare quale delle mie lampade è più adatta alla crescita delle piante. Ho testato diverse tipologie di lampade, tra cui:
- Lampadina Osram da 7 watt a 2700 K
- Lampadina da 8,8 watt, 2700 kelvin e 800 lumen
- Lampadina da 10 watt, 6400 K e 1000 lumen
- Lampadina a risparmio energetico di vecchia generazione da 11 watt
- Lampadina a incandescenza di vecchia generazione da 42 watt
- Lampadina neon da 18 watt e 6400 K
- Lampadina da 12,5 watt, 4000 Kelvin e 1520 lumen
- Lampada Sunlight 30
- Lampada Sansi da 30 watt
- Lampada Sanlight Stixx 50
Dalle mie prove, alcune lampade, come la #3 o la #7, si sono rivelate opzioni valide, in grado di fornire un buon PPFD a un costo contenuto. Tuttavia, presentano delle limitazioni in termini di area illuminata. Una singola lampadina è infatti in grado di illuminare adeguatamente solo una piccola piantina. Per una growbox di dimensioni più ampie, come la mia (100×50 cm), sarebbero necessarie almeno 12 lampadine, il che comporterebbe una spesa significativa, considerando anche i costi di cavi e portalampade, e nel caso della lampadina #7, un consumo di 150 watt.
Un discorso simile vale per la lampada Sansi da 30 watt, che ho acquistato per circa 50 euro. Per illuminare l’intera area della mia growbox, dovrei utilizzarne tre, con una spesa totale di 150 euro e un consumo di 90 watt.
Pertanto, l’investimento iniziale in una lampada professionale, specificamente progettata per la crescita delle piante e ottimizzata in termini di valori PAR, RGB, wattaggio e area di illuminazione, si rivela più vantaggioso nel lungo periodo. Consente infatti di risparmiare denaro, ottenendo al contempo risultati superiori, con piante più sane e robuste.
Test del Riflesso della Luce
Ho testato la capacità di riflessione di diversi materiali, tra cui plastica bianca e carta stagnola. Ho scoperto che la carta stagnola riflette la luce in modo più efficiente rispetto alla plastica bianca. L’utilizzo di un rivestimento riflettente si rivela essenziale non solo per ampliare l’area irradiata dalla luce, ma anche per ottimizzare il consumo energetico. Infatti, grazie a questa maggiore riflessione, sarà possibile raggiungere il livello desiderato di luce PAR impiegando una potenza inferiore.
Test delle App per la Misurazione del PAR
Come vi ho spiegato nel video precedente (trovate il link qui sopra!), esistono diverse app che promettono di dirci quanta luce arriva alle nostre piante. Però, diciamocelo chiaramente, le app non sono famose per la loro precisione assoluta. Se vogliamo dati affidabili al 100%, la soluzione professionale è un misuratore PAR dedicato.
Avendo a disposizione un misuratore PAR professionale, un VBR 100, ho pensato di fare un test comparativo con tre delle app che troviamo in cima alla ricerca nello store. L’obiettivo? Trovare un’app che si avvicini il più possibile ai dati del mio VBR 100. Se ci riuscissimo, sarebbe una risorsa gratuita e super utile per tutti voi!
Però, attenzione! Anche la migliore delle app sarà sempre limitata dalla qualità del sensore di luce presente nel vostro smartphone. Ormai tutti i telefoni hanno un sensore di luminosità (quello che regola automaticamente la luminosità dello schermo e spegne il display quando lo avvicinate all’orecchio, a meno che non ci sia anche un sensore di prossimità, ma questa è un’altra storia).
Quindi, prima di tutto, faremo una misurazione di riferimento con la mia lampada professionale e il VBR 100.
Prendiamo il nostro fido VBR 100 plus e la lampada che abbiamo usato nel test precedente, la Sanlight 30. Accendiamo il misuratore e vediamo che a una distanza di circa 31 centimetri, proprio sotto la lampada, rileviamo 440 micromoli per metro quadrato al secondo. Questo è il nostro punto di riferimento.
Ok, la prima app che mettiamo alla prova è Photone – Grow Light Meter.
Questa app è molto popolare tra i coltivatori indoor e, dicono che, promette misurazioni PAR accurate, con calibrazioni specifiche per diversi tipi di lampade. È disponibile sia per iOS che per Android.
Andiamo a testarla subito! Imposto lo smartphone a 31 centimetri di distanza, proprio sotto la lampada. L’app ci chiede di inquadrare il riflesso della lampada in questo riquadro. Il risultato? Un misero 150 micromoli per metro quadrato al secondo, contro i 440 che dovremmo rilevare. Decisamente non ci siamo!
Ma c’è di più! Sto notando una cosa stranissima: avvicinando il metro con cui misuro la distanza tra la lampada e lo smartphone, il valore dei PPFD aumenta in modo anomalo e illogico. Ma come è possibile che un semplice metro di plastica potenzi la luce così tanto?
Quindi, da questo test è chiaro che non possiamo fidarci dei dati forniti da questa applicazione. Basta un nonnulla per far impennare il quantitativo di luce percepito. Per me, questa app è bocciata!
Dopo questa esperienza, mi è venuto un dubbio. Ho voluto verificare se anche con il mio VBR 100 succede la stessa cosa spostando il metro. Ed effettivamente, un piccolo cambiamento c’è, il pezzetto di plastica aumenta leggermente il riflesso. Però, come potete vedere, il rilevatore professionale capta un aumento di soli 10-15 micromoli; quindi, un cambiamento decisamente trascurabile rispetto a quello visto con Photone.
Bene, ora proviamo l’applicazione Lux Light Meter Pro.
Questa app misura l’intensità luminosa in lux, che teoricamente può darci una stima del PAR. Offre anche funzioni di calibrazione e registrazione delle misurazioni. È disponibile per Android.
Purtroppo, come dice il nome, questa applicazione misura soltanto i lux. Per il nostro scopo, che è misurare i PPFD, ci serve a poco.
Come vedete, le app hanno una funzione di calibrazione. Però, non sprecherò tempo a calibrare un’app che fin da subito si è dimostrata così imprecisa come Photone o che misura una grandezza che non ci interessa direttamente come i lux. Anche questa, per il nostro scopo, la scartiamo.
L’ultima applicazione che testeremo è PPFD Meter.
Questa app è specificamente progettata per misurare il PPFD, proprio quello che stiamo cercando! È disponibile per Android.
Partiamo subito con il test! Appena la apriamo, troviamo una pagina con informazioni importanti. Ci consigliano subito di calibrare il luxmetro e di pulire l’area del sensore del telefono, che in questo caso è vicino alla fotocamera frontale. Ottimo, solo per questo l’app mi piace già!
La prima cosa che vi consiglio di fare è cliccare su “Informazioni” e leggervi tutto con attenzione. Ma vi spiego brevemente come funziona.
Entrando in “Informazioni generali”, viene spiegato il funzionamento dell’app, il sensore luxmetro, l’intervallo ideale dei PPFD. Poi c’è la visualizzazione DLI, che mostra l’intervallo giornaliero dei PPFD (ma non ci interessa per il nostro scopo), i profili che si possono impostare in base alle luci che abbiamo e i gradi Kelvin. Ci sono davvero tante opzioni!
Poi ci spiega come allineare il sensore: dobbiamo posizionare il telefono dove la luce arriva sulla punta della pianta. Mettiamo il telefono proprio vicino alle nostre piantine così possiamo rilevare quanta luce arriva all’apice delle piante.
Ricordiamoci sempre che i sensori degli smartphone misurano la luce in modo diverso rispetto ai misuratori PAR dedicati. Quindi, le app possono fornire delle stime, ma non una precisione professionale.
Per capire se il sensore integrato nel nostro smartphone è abbastanza buono da fornirci dati utilizzabili, dobbiamo vedere se ha un range che arriva fino a 150.000 lux. Per fare questo, ci serve una lampada che emetta molta luce, sicuramente una lampada specifica per growbox sarà perfetta. Io userò una delle mie lampade da 30 watt e vedrete che andremo ben oltre questo valore.
Quindi, apriamo l’opzione “Lux Meter”, posizioniamo il telefono al centro delle luci, proprio sotto la lampada, e spostiamo lentamente il telefono verso la luce. Come potete vedere, i lux salgono rapidamente. Gli FPS sono relativamente alti. Arrivo a un massimo di 250.000 lux con 25-26 FPS. Questo significa che il sensore integrato nel mio smartphone è un buon sensore! Già così avremo un dato relativamente preciso, che per lo meno ci darà un’indicazione della variazione di luce all’interno della growbox così da individuare punti deboli dove arriva poca luce per esempio.
Ma se volessimo calibrare l’applicazione in modo professionale occorrerebbe avere un rilevatore PAR!
Oppure se conosciamo un amico che possiede un rilevatore PAR, potremmo farcelo prestare per calibrare l’app. Il procedimento è semplice: basta mettere sotto la lampada, alla stessa distanza, il rilevatore PAR e lo smartphone. Poi visualizziamo il dato misurato da entrambi e, basandoci su ciò che misura il rilevatore professionale, andiamo a modificare il fattore di calibrazione in percentuale nell’app.
Nel mio caso, ho aumentato questo fattore fino a quando l’applicazione del telefono non mi ha dato esattamente lo stesso valore rilevato dal VBR 100. Vi dico come ho impostato l’applicazione sul mio smartphone: il mio modello è un Samsung Galaxy A54, e l’impostazione di calibrazione l’ho impostata a +20%. Se anche voi avete uno smartphone uguale al mio o che monta lo stesso sensore di luce potrete impostarlo così e avrete uno strumento preciso per rilevare la luce e ottimizzare le vostre growbox.
Per capire il modello del sensore installato sul vostro smartphone vi basterà andare nella schermata iniziale alla voce “sensore”. Il mio è un sitronix stk 31610.
In conclusione, ho provato solo tre delle migliori applicazioni che ho trovato nello store di Android, ma l’unica veramente valida con cui posso misurare la luce che arriva alle piante con una precisione simile a quella di un rilevatore PAR esterno è PPFD Meter. Davvero una buona applicazione!
Però, vi ricordo che non è sufficiente installare una buona app: è fondamentale avere un buon sensore di luce integrato nel proprio smartphone. Come abbiamo visto, il Samsung Galaxy A54 ha un buon sensore e, impostando la calibrazione dell’app a +20%, otteniamo una precisione che si avvicina molto ai sensori professionali.
Conclusioni
L’acquisto di un rilevatore PAR è un investimento che consiglio vivamente. Questo strumento non solo vi permetterà di ottimizzare l’illuminazione all’interno della vostra growbox, ma vi fornirà anche preziose informazioni per posizionare le piante all’esterno, sfruttando al meglio la luce solare. Inoltre, nei periodi di forte intensità luminosa, come ad agosto, quando le piante possono soffrire, il rilevatore PAR vi aiuterà a individuare la posizione più adatta o a scegliere il telo ombreggiante che filtra la quantità di luce necessaria per la crescita ottimale.

Se avete domande potete scrivere qua sotto.